Per consentire l’attivazione di iniziative di politiche attive per il lavoro, anche mediante percorsi di reimpiego dei lavoratori che da più tempo beneficiano degli ammortizzatori sociali (alcuni dei quali con trattamenti ridotti ad appena 380 euro lordi mensili) o coinvolti da percorsi di formazione professionale funzionali al rilancio produttivo delle imprese di appartenenza, sono stati condivisi i seguenti punti:
a) l’Assessorato del Lavoro garantirà ai lavoratori interessati dai percorsi un omogeneo trattamento di integrazione del reddito prescindendo dal territorio, dal settore di appartenenza e dalla qualifica di riferimento, per arrivare a complessivi 1.000 euro lordi mensili;
b) i percorsi sono basati sul principio di “volontarietà” da parte di ogni singolo lavoratore, al quale dovrà essere garantito anche un percorso formativo tramite i Csl (Centri servizi per il lavoro) delle Province e monitorato dall’Assessorato e dalle Aziende eventualmente titolari dell’intervento. La fase preliminare prevede un orientamento da parte dei Csl provinciali, cui farà seguito la redazione del bilancio delle competenze. Soltanto allora si potrà arrivare alla firma di un Patto di servizio;
c) la priorità nei percorsi sarà riservata a coloro che si trovano in una condizione reddituale (es.: terze e quarte proroghe) oltre i limiti della sopportabilità sociale;
d) la Regione intende prestare particolare attenzione ai lavoratori appartenenti ad Aziende di medie e piccole dimensioni, che non costituiscono individualmente una massa critica, e che pertanto risultano meno evidenti nel panorama mediatico regionale;
e) l’integrazione regionale potrà consentire lo svolgimento di attività dei lavoratori nella Pubblica amministrazione (Asl, Province e Comuni), cioè in quegli Enti che si sono detti disponibili ad integrare a loro volta e con fondi propri il trattamento;
f) infine, per la prima volta è prevista la possibilità di coinvolgere il settore privato nell’utilizzo di questi lavoratori, secondo le regole comunitarie in materia di aiuti di Stato.
Saranno impiegati fondi regionali (circa 25 milioni di euro) e risorse del Fondo Sociale Europeo (alcune decine di milioni di euro). Trattandosi di interventi straordinari, non possono essere visti come la panacea per la disoccupazione. Anzi, le politiche attive per il lavoro messe in campo dalla Regione, mirano proprio a creare nuove opportunità di occupazione.