Carlo Tedde, Presidente di Confcooperative Cagliari, in seguito alla pubblicazione nel quotidiano L’Unione Sarda del 5 marzo delle notizie circa il piano per “il rilancio delle PMI con la moratoria dei debiti aziendali”, ha inviato una lettera a Mario Stevelli, Presidente Provinciale dell’API sarda.
Nella comunicazione, il cui testo è riportato di seguito, Carlo Tedde esprime la piena adesione di Confcooperative Cagliari al progetto di moratoria per le imprese sui debiti non solo bancari ma anche fiscali, e rende disponibile l’Organizzazione di cui è Presidente per gli approfondimenti e le concertazioni necessarie “a trovare qualche soluzione alle gravi difficoltà che vivono i nostri imprenditori”.
Lettera di Carlo Tedde, Pres. Confcooperative Cagliari, a Mario Stevelli, Pres. Prov. dell’API sarda
Caro Presidente,
ho letto con soddisfazione la tua proposta comparsa su l’Unione Sarda del 5 Marzo u.s. e ne condivido pienamente l’obiettivo.
Sono anche io convinto della necessità di una sorta di moratoria generale, non solo per i mutui ma anche per i debiti fiscali, per togliere le nostre imprese da quel circolo perverso in cui si trovano e che le porta alla chiusura.
Se infatti un’impresa in difficoltà la si punisce con strumenti generali e indifferenziati che le impediscono di acquisire nuove commesse da cui poter ricavare nuovi margini per uscire dalle difficoltà, o le si nega il pagamento dei suoi crediti per dirottarli al preventivo soddisfacimento dei debiti verso Equitalia, è naturale che il destino di quell’impresa non può che essere il fallimento.
Se si andasse invece ad analizzare i casi concreti si scoprirebbe magari che le difficoltà dell’impresa derivano dall’enorme ritardo nei pagamenti da parte della Pubblica Amministrazione, verso la quale non si prevedono però strumenti costrittivi di adempimento come invece li si chiede ai privati. E’ fin troppo evidente, in questo campo, la forte disparità di trattamento tra il debitore privato e quello pubblico.
Sarebbe più giusto invece ipotizzare soluzioni paritarie e pensare semmai ad una compensazione più ampia tra cittadino e P.A. che potrebbe riguardare partite differenti: ad esempio i crediti liquidi ed esigibili che l’impresa vanta legittimamente verso un ente pubblico per fornitura di beni o prestazioni di servizi, possono essere utilizzati dall’impresa a copertura dei debiti contribuivi e fiscali.
Si tratta ovviamente di discussioni che richiedono una ampia concertazione ma che vanno comunque suscitate per trovare qualche soluzione alle gravi difficoltà che vivono i nostri imprenditori.
Resto a disposizione per i necessari approfondimenti e ti saluto cordialmente.
Cagliari, 9 marzo 2010
Carlo TEDDE, Presidente Confcooperative Cagliari