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Come ti Progetto Sardegna
 
Chi come noi ha accolto con favore la proposta del Dottor Soru, nuova leadership per nuova politica, non può al momento dirsi deluso. Le cose fatte e i segnali che arrivano sulle cose da fare sono di sicuro positivi. Almeno per ciò che appare ai non addetti alla politica, alle persone normali normalmente informate. È chiaro, d’altra parte, che le somme si tirano alla fine. Ora è veramente presto sia per esultare che per deprimersi. Di certo la brezza che tira non porta fetore di clientelismo fine a se stesso, come si respirava negli ultimi anni. Piuttosto si percepisce un rigore che a taluni può apparire perfino eccessivo, ma forse necessario per frenare una deriva che avrebbe in breve portato tutti allo sfascio. Probabilmente non pochi esponenti dell’attuale opposizione avranno tirato un sospiro di sollievo, che non tocchi a loro, anche perché non ne sarebbero capaci, frenare il crollo e trasformarlo in ripresa. Un aspetto rimane insoddisfacente, per ora (e rischia di essere tardi): non è nata una proposta capace di riportare il consenso ricevuto dalle Regionali alle Amministrative prossime venture. C’è confusione in giro, forse sconcerto. Timore di disperdere un patrimonio di consenso, non consolidato, ma comunque conseguito. Consapevolezza che un cattivo risultato alle Amministrative potrà in parte ostacolare quanto si fa in Regione. Timore che dopo una parentesi che molti ritengono rosa, ci si debba accontentare delle logiche che ancora oggi sovrintendono alla gestione del potere locale. Logiche trasversali (vedi Comunità Montane e Consorzi) prive di decenza, che hanno fatto di Enti pubblici terreno di pascolo e di scontro per pochi, veramente pochi soggetti, peraltro non legittimati da elezione popolare, ma da nomine direttamente derivanti da logiche spartitorie e, comunque, poco nobili. È un fatto che a livello locale (non diciamo Nuoro, che è parte d’un tutto) l’iniziativa politica sia polarizzata dalla lotta, fatta peraltro di colpi bassi e furbizie volpine, per l’aggiudicazione di posti in Consigli d’Amministrazione. Posti che in ogni caso garantiscono una discreta rendita (dai 55.000 ? in giù) e non richiedono nessuna assunzione di responsabilità Se proprio si deve parlare di Enti/Consorzi, si potrebbe per una volta farlo anche per andare a vedere che cosa si è prodotto, a che costi, se serve veramente, se si poteva produrre con costi inferiori. Noi siamo del parere che il 90% di questi Enti/Consorzi non abbiano ragione di esistere: sono solo voragini nelle quali, senza controllo, precipitano e si disperdono ingenti risorse pubbliche. Chiediamo al Presidente Soru che fra le emergenze venga posto anche l’esame e la eventuale chiusura degli Enti e Consorzi inutili (il personale potrà essere utilizzato in Comuni e Province). Perché ciò possa realizzarsi serve però quel profondo rinnovamento a livello locale che stenta a imporsi; cioè, non stenta a imporsi, non esiste proprio. Né ci si può aspettare che un rinnovamento venga proposto da quella stessa élite politica che oggi è nel contempo mandataria e fruitrice d’opere. Un esempio per tutti potrebbe essere la ventilata creazione di una Fondazione/Onlus per la gestione congiunta del Teatro Eliseo (di prossimo recupero), del Teatro Polifunzionale, del Parco Deleddiano: non esiste ancora l’oggetto da gestire, ma esisterebbe già il Presidente, nella persona di un noto politico locale che, in virtù di tale certa designazione “in pectore” rinuncerebbe a pretese su candidature prossime future di incerto esito. Scriviamo ciò non per mettere alcuno alla berlina (non facciamo nomi), ma per sottolineare che i metodi di scelta (questo ne è solo un esempio) prescindono da considerazioni di democraticità e correttezza, per non dire di competenza e capacità. In tanti speravamo che sulla scia delle regionali si creasse un movimento di rottura, capace di portare avanti non solo nuovi programmi in modo nuovo, ma anche persone nuove capaci di perseguirne la realizzazione, rompendo schemi consolidati che oggi paiono ineluttabili. Purtroppo (per chi scrive) Progetto Sardegna stenta a decollare. Forse, in questa fase, per fortuna, dato che le simulazioni di volo non sono molto confortanti. Data la tempestività e l’accuratezza con la quale il Dottor Soru ha preparato il Progetto Sardegna per le regionali, c’è da dubitare che abbia in mente di portare avanti l’esperienza a livello locale, data la relativa vicinanza con la scadenza primaverile, che avrebbe imposto ben altri ritmi. Tutto ciò sarebbe ovviamente legittimo. Sarebbe altresì legittima la delusione di quanti avevano creduto in un qualcosa di più che non arriverà mai. E ci avevano creduto non gratuitamente: un voto è un equo prezzo. Si assiste a timide prove locali. Chi più ha fantasia più va avanti. Purtroppo è fin troppo evidente la mancanza di un coordinamento sul progetto, sui temi, sulle regole. Sembra, a chi scrive, che ci sia più la preoccupazione dell’apparire che del costruire; del chiudere più che dell’aprire. E, comunque, se anche di costruire si trattasse, resta l’interrogativo di fondo: costruire cosa e con chi? Non vogliamo essere noi a proporre soluzioni concrete, che potrebbero ora apparire perfino sospette. Ciò non toglie che possiamo sperare in una sia pur tardiva novità nel tempo che intercorre tra l’ingresso in tipografia e l’uscita del giornale: non sembra che ora sia alle porte una auspicabile soluzione coordinata regionalmente, che detti l’essenziale. Di ciò si gioverà sicuramente quello che per molti è il vecchio establishment, destinato a perpetuarsi per mancanza di valide alternative. L’incognita elettorale tornerà ad essere l’astensionismo. Che dire della politica portata avanti dall’Amministrazione Comunale in questi quasi cinque anni? Sarebbe ingeneroso affermare generalmente e genericamente che “non si è fatto nulla”. Si poteva però fare di più e soprattutto meglio, con maggior stile. Va dato atto all’Ufficio P. R. che il miglior prodotto è stato offerto dal buon risultato della vendita d’immagine, valorizzata ben oltre i reali frutti ottenuti. Sarà realtà l’Eliseo (buona parte dei meriti vanno attribuiti a un assessore poi giubilato); è avviata a realtà la rete del gas (ben comprendendo che i disagi sono inevitabili in presenza di lavori così importanti, forse si sarebbe potuto trovare un modo di procedere meno cruento e penalizzante di quello in atto). Sarà realtà il PUC? Può darsi, ma è tornato ad essere un acronimo dedicato in modo esclusivo agli addetti ai lavori: la gente ne è stata tagliata fuori. Quel poco che se ne sa è frutto di ciò che se ne deduce dagli scontri polemici fra attori (assessori, consiglieri, segretari) e, nonostante tutte le uscite rassicuranti, ci preoccupa la sorte dell’Ortobene e delle altre aree verdi. Avremo tempo in futuro per dedicarci ad analisi più approfondite su questi temi. Ci preme sottolineare il totale fallimento della politica culturale, assegnata in gestione al “principe (principino)” di turno e ridotta alla discrezionale distribuzione di circenses spesso di pessima qualità e comunque sempre penalizzanti verso le potenzialità del luogo. In questi anni abbiamo assistito alla diaspora delle Associazioni Culturali (faticosamente riunite sotto la Consulta, mai convocata e abrogata di fatto) che, dopo anni di duro lavoro, erano in condizioni di cogliere e offrire i frutti del loro impegno. Molte sono scomparse dal panorama culturale, altre continuano con fatica aggravata anche dalla sottrazione senza preavviso e alternativa di quella che era ormai considerata la sede delle associazioni, il cadente vecchio tribunale, ora in via di ristrutturazione per essere destinato ad altri più nobili scopi. Non ci riesce di capire come si possa concepire una politica di crescita culturale che veda una sorta di separazione delle carriere: gente solo spettatrice, mai cooperante ed attrice. Ma, ciò che è sopra ogni cosa mancata, è l’iniziativa politica volta a comprendere e costruire Nuoro come capoluogo di una Provincia dimezzata. Valutare contraccolpi e opportunità per non ritrovarci immersi, improvvisamente e disarmati, in una realtà altrimenti meglio gestibile. Anche noi tenteremo di essere più presenti di quanto siamo riusciti a fare finora, in edicola. Mentre siamo sempre, regolarmente, sul nostro sito www.nuorooggi.it.
NUMERO /3
Anno 2004, n. 3
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