Il mio "libero"contributo 
  per "Nuoro oggi": questi pochi versi. A ispirarmeli, una Musa che soltanto chi 
  non è del tutto insensibile alla poesia è in grado di apprezzare: L'UNIONE SARDA 
  ! Che da un po' di tempo a questa parte s'è messa a raccontare, dalle colonne 
  della pagina "Sardi nel mondo", quanto emigrare sia una risorsa - “valvola di 
  sicurezza” fu l’eufemismo così caro alla politica economica a partire dalla 
  fine degli anni ’50 -… E quanto emigrare non logori, aiuti anzi a rimanere giovani 
  e giovi alla salute di chi, a collo storto, 
  è costretto ad assaporare il sale del mediterraneo. 
In 
  breve, un “cliché”: uno squallido supplemento antifonario del mensile - “Il 
  Messaggero Sardo”- che la Regione Sardegna spedisce "taxe perçue" agli emigrati, 
  di modo che, dannati e beffati, rimangano felicemente dove sono. Fuori dalle 
  scatole ... Una ennesima vergognosa "persuasione allo svuotamento". Ne sentivamo 
  davvero il bisogno. 
Oltre 
  un terzo dell’intera popolazione, dall’inizio dello scorso secolo, via. Una 
  deportazione… Altri 30 mila “transumanti” negli ultimi cinque anni: 6.000 disperati 
  all’anno cui vengono recise le tanto enfatizzate radici. E ancora, di tanto 
  disboscare, non se ne vede la fine. 
- 
  Fra i tanti sommersi, quanti i salvati?...
Abbiamo 
  continuato a patire l'emigrazione come sradicamento, ferita e piaga, malessere 
  somatizzato, frattura mai sanata… Come condanna sempre, come risorsa mai. Risorsa 
  per chi, poi: per chi rimane? visti gli sfaceli cui hanno ridotto l'isola e 
  la miserabilità cui si sono loro stessi ridotti. 
E 
  se "emigrare non logora", perché non ne fanno una salutare cura i nostri sontuosi 
  "regionali" così stressati e logori dal gravoso esercizio del loro mandato ... 
  Assieme ai loro "intellettuali organici"debitamente prezzolati per ogni goccia 
  d’inchiostro che versano. Dovrebbero precipitarsi tutti e stivarsi dentro un 
  traghetto nelle riposanti crociere della Tirrenia. Qui-si-sana. Ma: nessuno 
  si muove... 
 
  "Facit indignatio versum": di qui, questi dolorosi e amari versi d'occasione 
  che, spero, siano di vostro "aggradimento". 
 
  
 
  
* 
  Emigrare non logora *
aiuta 
  a rimanere
giovani 
  se
la 
  nostalgia non prende
il 
  sopravvento.
Fuori
una 
  seconda giovinezza.
… 
  senza sapere quanto fosse profonda
  entrò nell’acqua
  senza sapere se mai
  avrebbe raggiunto l’altra sponda
ora
  che fosse un uomo lo si può dedurre
  leggendo il verbo
  coniugato maschile sopra la calce indurita
  leggendo la data l’ora graffita a chiusura
  finita - probabile un chiodo un sasso 
  o la stessa
  lama che distese la calce - 
  verbo data 
  ora quanto resta
  quanto è dato sapere di un corpo
  senza nome né fiore
altro 
  non ha inciso la mano
  tra asfodelo e vitalba
  artemisia e rovo
  la data è quella dell’arrivo
  // dell’approdo
un 
  morto non ha età lo sapete è solo
  corpo senza fiore né nome
  // corpo di derive senza nome né fiore
  entrò nell’acqua e raggiunse la sponda
… 
  clandestini sempre sbarcando
  nelle cale della notte  
  giungendo a volte a riva per smarrire 
  anche il nome 
un 
  verbo solo
  una data un’ora 
  
  sì
  ma lui
  ...che uomo era
  prima di queste arène che non vide
  tra scogliera e mare
  tra artemisia e rovo
uno 
  fra i tanti
  che raggiunsero la sponda
  // che toccarono la riva.










