Il Convegno ha offerto spunti interessanti, ha posto interrogativi, ha cercato di dare qualche risposta, ma, soprattutto, ha "agitato le acque" .
Proponiamo un'ampia sintesi degli interventi, credendo di far cosa gradita non solo agli addetti ai lavori, ma a tutti coloro che hanno a cuore il futuro della Città.
Nelle pagine che seguono sono dunque riportati i seguenti interventi:
- Associazione Nuoro Oggi - Ing. Gianni Mura
- Geom. Giampaolo Mele - Ing. Graziano Mereu
- Arch. Sergio Russo
- Sig. Tonino Frogheri
- DotI. Angelo Berria
- Geom. Giuseppe Carroni - Ing. Giuseppe Carta
- Sig. Giuseppe Denti
- Sig. Mario Satta
- Ing. Seddone
- Dott. Simonetta Murru
Sintesi della relazione introduttiva dell'Associazione Culturale Nuoro Oggi.
Ci siamo ripromessi di seguire l'evoluzione del P.R.G. via via che da parte del Progettista incaricato vengono rese note le varie proposte operative, e questo intervento si affianca alle poche opportunità presentatesi, e cioè ai rari dibattiti organizzati dall'Amministrazione Comunale e a quello, recente, tenuto a cura della Sezione Sarda dell'Istituto Nazionale di Urbanistica.
È utile ricordare che l'esigenza per la Città di dotarsi di un nuovo Piano, nasce sia dal bisogno di reperire nuove aree edificabili e di localizzare i servizi di livello superiore, sia dalla necessità di regolamentare l'esistente con un complesso di norme che restituiscano lustro e dignità al tessuto urbano; un intervento che, inoltre, sia mirato al recupero dell'identità della città attraverso norme chiare che "ristabiliscano la certezza del diritto unitamente alla consapevolezza dei doveri".
Tralasciando gli aspetti più specificatamente tecnici (come l'analisi demografica ed economica), abbiamo valutato il materiale illustrativo della prima proposta (tavole e relazione di progetto) traendone motivi di apprezzamento ma anche di profonda delusione.
Apprezziamo la conferma dell'orientamento ad assegnare all'uso pubblico (e non speculativo) il complesso di aree comprendenti l'Artiglieria, il Campo sportivo, l'area dello Zonchello, destinate nella proposta all'Università, e parte dell'attuale area del parco urbano di Biscollai, così come apprezziamo il sistema di viabilità pedonale corredato da alberature in sintonia con quelle preesistenti.
Continua ancora a piacerci l'idea che gli sbocchi della circonvallazione, che definisce un anello tangenziale, diventino qualcosa di simile alle porte di una città murata, dotando ciascuno degli snodi di parcheggi e introducendo segni architettonici che individuino gli accessi ai diversi quartieri.
Ci trovano particolarmente interessati:
a) la collocazione dei servizi come strategia di riqualificazione dell'organismo urbano e la valorizzazione dei quar- tieri storici anche attraverso il recupero degli isolati con opere di ristrutturazione e completamento, con una sostanziale pulitura degli elementi aggiunti e la riduzione delle demolizioni fino al minimo indispensabile;
Siamo anche favorevoli, quindi, a quella scelta progettuale che, parlando della localizzazione dei servizi, trova importanti momenti nel recupero di spazi e strutture all'interno del tessuto urbano esistente (ex mulino Gallisai, ex convento delle Carmelitane, Mercato di piazza Mameli, ...).
b) l'estrema attenzione nell'articolazione del discorso compositivo dei singoli elementi edilizi, con un uso appropriato dei materiali tradizionali.
c) le annotazioni di massima per la riqualificazione dell'ambiente attraverso "l'obiettivo verde" con l'intento di valorizzare, in primo luogo, gli elementi esistenti (parco di Ugolio, Cucullio, Biscollai, S. Onofrio, Monte Ortobene), con la precisazione che non condividiamo assolutamente la previsione di edificazione lungo la Via Mannironi, nel bel mezzo del parco di Ugolio e proprio nella parte più fruibile perché pianeggiante;
Su tutti questi aspetti, essendo come detto generalmente d'accordo con l'impostazione progettuale, siamo anche consapevoli del fatto che non basterà un Piano, per quanto buono possa essere; occorrerà (bisognerà inventarla) una classe politica che incida democraticamente nell'amministrazione della vita pubblica, coinvolgendo intelligenze nuove, non compromesse, che siano all'altezza delle scelte e che le applichino con la dovuta sensibilità e onestà.
Ma, se vi sono motivi di apprezzamento, non mancano all'interno della proposta di piano argomenti che suscitano i nostri rilievi critici.
Ci lascia perplessi, infatti, l'impostazione complessiva data alla proposta, che prevede da un Iato un'attenzione particolare al centro edificato (vecchio centro e quartieri collegati), laddove si ipotizza un sistema di piazze e percorsi mirato alla riqualificazione del tessuto urbano, e, dall'altro, una concezione anomala di previsione di nuovi quartieri insediativi compromessi da situazioni di abusivismo, per i quali si prevede sostanzialmente una sorta di "cessione in appalto" che delega la realizzazione di servizi primari e secondari e la loro manutenzione interamente ai privati. In buona sostanza l'esame di questa prima proposta per le zone d'espansione, evidenzia una non omogeneità di trattamento tra le diverse aree urbane.
Trattandosi di scelte fondamentali, legate ad un'area territoriale enorme rispetto all'estensione della Città, riteniamo che, al momento, sia venuta meno la speranza che l'Architetto Portoghesi non fosse "la classica ciambella di salvataggio", per lasciare spazio ad una profonda delusione.
Delusione derivata proprio dal dubbio, non di poco conto, che il nome di Portoghesi e la sua proposta di P. R. G. possano servire come via d'uscita per uno stuolo di politici e sedicenti progettisti che, per i rispettivi interessi politici ed economici, hanno prima alimentato speranze, permesso, se non incentivato comportamenti illegali da parte di alcuni cittadini, per poi trovarsi spiazzati dall'intervento della magistratura.
Pare cioè che la proposta Portoghesi voglia lasciare da un Iato speranze al "cerchio" degli abusivi con qualche sacrificio in metri quadri, e dall'altra tranquillizzare la "botte" della cittadinanza legalitaria, stanca della politica del "Iaisser faire, laisser passer", del vivi e lascia vivere, facendo balenare ipotesi di regolamentazione comunque in contrasto con le norme vigenti, fuori dalle quali non può esistere soluzione.
Un altro punto che ci preme sottolineare, contiene un rilievo di carattere procedurale, esigenza di trasparenza e chiarezza: è naturale che da parte di privati siano pervenute, e di fatto sono pervenute, legittime osservazioni e proposte sulla destinazione di aree rientranti nell'urbanistica contrattata; noi chiediamo che l'Amministrazione renda pubbliche tutte le proposte, e particolarmente quelle che sicuramente hanno, per il loro specifico, determinato in qualche misura la forma del piano.
Se andiamo avanti nell'esame, entrando nel dettaglio per quanto consentito dai riferimenti presenti sullo Studio in corso, ci troviamo a discordare sulla prospettata traslazione altrove dello Zonchello e del Campo di calcio, anche per preoccupazioni legate agli aspetti finanziari, a meno che l'attuazione non la si intenda subordinata al reperimento di risorse "destinate" e non "stornate" a danno di altri interventi certamente più necessari.
Nel campo delle omissioni, ci sconcerta particolarmente il fatto che non siano definiti gli strumenti attraverso i quali la Città possa andare ad assumere quel ruolo di riferimento e di guida nell'ambito territoriale su cui insiste socialmente, culturalmente, economicamente e politicamente.
Inoltre, ci pare una grave lacuna il mancato approfondimento del discorso sul verde pubblico, non solo riguardo all'Ortobene, inspiegabilmente trascurato pur con la sua funzione vitale per la comunità, ma anche riguardo alla vera e propria progettazione di verde, che, d'altra parte, come recita la relazione sul Piano, "a Nuoro è drammaticamente scarso, tanto che l'unica area verde di rilievo è rappresentata dal Colle di Sant'Onofrio". Il che è tutto dire.
Ancora: non viene affrontato il tema "Stazione delle Ferrovie Complementari": ci piacerebbe la riproposizione della vecchia idea di far fermare le merci a Pratosardo, creando colà una stazione di smistamento di maggiore importanza, mantenendo il collegamento con la Città tramite un treno-navetta per soli passeggeri, che assicuri frequenti viaggi di andata e ritorno da e per Pratosardo - Zona Industriale, oltre al normale servizio di linea, costruendo nell'area così liberata uno o due piani di parcheggi a pagamento, capolinea di autobus che trasportino i non residenti in un centro città più libero dalle auto, e destinando l'ultimo piano a piazza verde.
Infine, senza voler offendere né insinuare, ma solo per comprendere, ci chiediamo in che misura hanno influito scelte molto discusse effettuate dall'Amministrazione in questi ultimi anni, che vediamo riprodotte senza commenti né particolari osservazioni critiche. Un esempio su tutti: la cosiddetta cittadella sportiva, già al centro di grandi manovre politicoimprenditoriali, tassello preesistente al P.RG., ha trovato posto, esattamente, "il caso o la necessità"?, dove, senza alcun preventivo studio globale, la si voleva mettere.
